Floyd Gottfredson

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    Floyd Gottfredson (Kaysville, 5 maggio 1905 – 22 luglio 1986) è stato un fumettista statunitense.
    Prima di lui Topolino era un piccolo discolo, avventuroso ed eroe un po' per caso, un po' per amore verso Minnie. Quando però iniziò a lavorare su Topolino nella Valle della Morte, splendida avventura la cui prima parte venne scritta dallo stesso zio Walt, Floyd Gottfredson non solo dimostrò tutto il suo valore al tavolo da disegno, ma anche nella scrittura di una storia lunga (fu, infatti, proprio l'autore dello Utah a completare la sceneggiatura). È questo il primo passo di una lunga trasformazione, che fece crescere Topolino e con lui la stessa città, Topolinia, più un paesotto di campagna che non la metropoli di oggi. È questo il primo passo del più importante cartoonist che abbia mai lavorato sul personaggio di Disney e Iwerks.

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    Big Bang
    Floyd Gottfredson nasce il 5 maggio 1905 a Kaysville, nello Utah (USA), in una piccola stazione ferroviaria, il cui capostazione è il nonno. Nel 1916 si trasferisce a Siggurd, a circa 180 miglia da Salt Lake City: è qui che perde parte della sensibilità alla mano destra. Una domenica mattina, infatti, esce a caccia con un cugino, all'insaputa dei genitori, ma il suo fucile spara accidentalmente un colpo, colpendo la sua mano destra. Non riuscirà mai ad avere piena funzionalità da quell'arto, nonostante nove interventi subiti, ma ciò non limiterà assolutamente la sua abilità nel disegno, del quale, proprio in quel periodo, inizia ad interessarsi.
    Nel 1916 il giovane Floyd vede su un giornale l'immagine del principe ereditario di Germania e la ricopia. Lo zio, notando la sua abilità, lo spinge ad iscriversi alla London School of Cartooning, una scuola di disegno per corrispondenza. Floyd, quindi, per pagarsi gli studi, vende porta a porta il libro scritto dal nonno paterno che narra le sue peripezie come pioniere mormone tra gli indiani Blakhawk. Completerà la sua formazione seguendo i corsi, sempre per corrispondenza, delle Federal Schools of Illustrating and Cartooning di Minneapolis.

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    Cartoon
    Nel 1924 sposa Mattie Mason e si trasferisce a Richfield, sempre nello Utah, dove lavora come proiezionista e disegnatore di locandine e manifesti per una piccola catena di cinema. Subito dopo la nascita del suo primo figlio, Norman, inizia a collaborare con il Salt Lake City Telegraph, per il quale realizza una serie di vignette umoristiche, intitolata Local Stuff - And So Is Salt Lake, che commentano gli eventi più importanti tra quelli riportati sul quotidiano. Sin da queste prime uscite si nota l'influenza di artisti quali Thomas Sullivan e Jay Norwood Darling. Nel 1927, poi, dopo la nascita della figlia Colleen, inizia ad allargare le sue collaborazioni con The Utah Farmer, The Blow Out - A Magazine of Good Will e Desert News, mentre l'anno successivo partecipa ad un concorso di cartooning indetto dalla American Tree Association, ottenendo il secondo posto con la tavola contro la deforestazione dal titolo Weakening (Indebolimento). Questo premio gli consentì di iniziare una collaborazione con The Battery Man, rivista automobilistica per la quale realizza una serie di vignette, Sparks of Fun, anche a tutta pagina, con divertenti gag automobilistiche.
    Questi primi successi lo convincono a spostarsi a Los Angeles, dove cerca di iniziare a collaborare con i principali quotidiani della città, senza però il successo sperato. La sua carriera di vignettista continua, comunque, fino al 1930, quando inizia la pubblicazione della sua prima storia Disney, Topolino nella Valle della Morte (5 maggio): ha venticinque anni e questo esordio è solo l'inizio di una carriera che durerà 45 anni e mezzo.

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    Allo Studio Disney: Topolino
    Floyd Gottfredson, il terzo papà di Topolino, entra allo Studio Disney, allora al 2719 di Hyperion Avenue, il 19 dicembre del 1929 e viene assunto, con uno stipendio di 18 dollari alla settimana, come intercalatore e assistente animatore, per poi passare alle strisce quotidiane di Topolino nell'anno successivo, proprio sotto le insistenze dello stesso Walt Disney, che gli assicura che l'incarico sarà solo temporaneo.
    Dal 17 gennaio 1932 diventa anche il titolare della tavola settimanale, per la quale ha l'aiuto di Al Taliaferro e Ted Thwaites: se ne occuperà fino al 1938. Sempre nel 1932 Floyd diventa il responsabile del Reparto fumetti, che contava poco meno di una decina di unità. Una delle sue prime decisioni fu quella di affidare la sceneggiatura delle storie a Webb Smith, per poi passare, negli anni successivi, a Ted Osborne, Merrill de Maris, Bob Karp, Dick Shaw, mentre Floyd continuerà a realizzare i soggetti e i disegni, oltre a curare la creazione di nuovi personaggi, siano essi amici o nemici, come Eli Squick, nel 1934, il Professor Enigm, nel 1936, l'idraulico Giuseppe Tubi, nel 1938, l'oscuro Macchia Nera, nel 1939, acerrimo nemico di Topolino ed omaggio a Walt Disney: le sue vere fattezze, infatti, riprendono quelle del padre del topo più famoso del mondo.
    Il suo Topolino è un personaggio sbarazzino e birichino, che riprende molto da vicino il personaggio che sta facendo furore nei cartoni animati. Si muove in una città che sembra ancora ferma ad uno stadio di preurbanizzazione e la sua attività principale sembra quella di litigare, bighellonare ed attaccar briga, come in Topolino contro il gatto Nipp (19 gennaio-25 febbraio 1931), in cui Gottfredson viene aiutato alle matite e alle chine da Earl Duvall, o come in Topolino e Felice, detto Il Bel Gagà (22 settembre-26 dicembre 1930).
    La trasformazione di Topolino in una persona seria è comunque un passaggio lento che si sviluppa con l'affinamento delle qualità di scrittore di Gottfredson e, soprattutto, con la ricerca della spalla ideale per Topolino. In questa ricerca, si contano alcuni incontri in coppia con Paperino (vedi, ad esempio, Topolino e il mistero dei cappotti), che in quel periodo sembra un gran viaggiatore, quindi alcune storie con l'amico riparatore Orazio Cavezza (vedi Topolino e i due ladri - prima di Gamba? - o Topolino e Orazio nel castello incantato). Il massimo della qualità e del gradimento del pubblico, però, Gottfredson lo ottiene utilizzando come spalla Pippo, che diventa così il migliore amico di Topolino. Il loro rapporto inizia con Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante, che ispirerà, 25 anni più tardi, Paperino e le teste a zero, splendidamente disegnata dal maestro genovese G. B. Carpi. Coadiuvato da Merrill de Maris ai testi e da Ted Thwaites alle chine, Gottfredson costruisce una bella storia di investigazione in cui, come spesso accade anche nelle odierne opere della thriller-fiction, ben due vicende sono intrecciate una con l'altra: da un lato dei falsari che stanno inondando la città (ancora chiamata, in originale, Homeville), dall'altro dei curiosi ladri che si accontentano di capelli e mutandoni. Topolino, però, con l'aiuto di Pippo, risolverà entrambi i casi, dimostrando che, in realtà, sono uno solo!
    Eccezionale, infine, il trio messo insieme in Topolino nella casa dei fantasmi: Topolino, Pippo e Paperino si alleano per risolvere un intricato mistero di fantasmi, risolto da Topolino come una semplice questione di contrabbando, mentre le due spalle interpretano gli intermezzi comici. Per l'occasione Gottfredson viene coadiuvato ai testi da Ted Osborne, altro storico collaboratore del cartoonist dello Utah insieme a Bill Walsh: i nostri tre eroi aprono un'agenzia investigativa cui si rivolge il colonnello Bassett, il proprietario di una villa infestata dai fantasmi. In un primo momento tutti sono pienamente convinti di avere a che fare con 7 fantasmi, ma Topolino, poco alla volta, riesce a ricostruire l'intera vicenda, un pezzetto dopo l'altro; nella seconda parte della storia, infatti, il nostro eroe scoprirà che, in realtà, l'intera casa è piena di passaggi segreti, che venivano utilizzati da una banda di contrabbandieri per tenere viva la leggenda dei 7 fantasmi e tenere lontane le persone dai loro loschi traffici. La produzione di Gottfredson e le avventure che fece vivere a Topolino sono molto vaste e non tutto si può citare.
    Nel 1943 arriva Bill Walsh e passano a lui i testi delle strisce di Topolino. È probabilmente uno dei periodi più felici del personaggio, anche grazie alla coppia Walsh-Gottfredson, aiutata alle chine da Dick Moores, Bill Wright, Manuel Gonzales e altri.
    Tra i personaggi che Gottfredson affiancò a Topolino si ricorda poi il prof. Enigm.
    Non ci si potrebbe stancare nel lungo gioco delle citazioni di storie gottfredsoniane, tutte caratterizzate dal sapiente incastro tra le gag e le situazioni comiche, in cui a volte si ritrova lo stesso Topolino, e le scene di tensione disegnate con grande sapienza a volte su testi propri, a volte su testi d'altri (soprattutto su testi di Walsh, abilissimo giallista).
    Gottfredson, poi, ha anche realizzato pregevoli storie di vita quotidiana, come Topolino e l'elefante, in cui il topo si trovò all'improvviso con un elefantino da accudire, o Topolino e lo struzzo Oscar (con Ted Osborne) in cui ebbe a che fare ancora con un animaletto, uno struzzo, che gli procurò più guai che soddisfazioni.
    Nel 1947 Frank Reilly gli succede come direttore del reparto fumetti, così Gottfredson si può dedicare completamente alla realizzazione delle storie del suo amato Topolino: generalmente si pensava alla strip successiva subito dopo averne realizzata una, mentre a fine settimana lo staff tecnico si riuniva per discutere della storia fino a quel punto e quindi decidere come sarebbe proseguita. Il 26 settembre fa il suo esordio Eta Beta in Topolino e l'uomo del 2000, che diventerà spalla fissa di Topolino per una lunga serie di storie fino al luglio 1950.
    È proprio con Walsh che il Topolino dei quotidiani vive la sua stagione migliore, affrontando avventure di ampio respiro: senza dimenticarsi delle storie quotidiane, la coppia imbastisce una serie di noir intensi e divertenti al tempo stesso, in cui il tratto di Gottfredson migliora sempre di più, portando la figura di Topolino da una silhouette molto simile a quella dei cartoni delle origini, ad un aspetto molto più grintoso ed adatto alle nuove atmosfere (già in parte introdotte da un po' di tempo dallo stesso Gottfredson, come in Topolino e il corvo misterioso, sulla ripresa economica che l'America intraprese dopo il conflitto). Esempi eccelsi di questo periodo sono Topolino e gli orfani di guerra, Topolino e la banda della morte, Topolino e l'anello di Re Mida e la fantastica Topolino contro Topolino, in cui Walsh raggiunge i massimi livelli nell'uso delle atmosfere noir, sapientemente mescolate con le immancabili gag, poste per rompere la tensione al momento più giusto.
    Questa splendida stagione, però, si conclude nel 1955 quando il King Features Syndicate chiede esplicitamente che le strisce quotidiane diventino autoconclusive: la prima di questo genere è datata 5 ottobre 1955.

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    Non solo Topolino
    Non c'è solo Topolino tra i fumetti del maestro dello Utah. Nel 1946, infatti, sembra che abbia realizzato la prima tavola della storia Chesty and Coptie, un albo di quattro pagine distribuito gratuitamente dal Los Angeles Community Chest (ente che aiuta i fondi raccolti per aiutare i reduci di guerra e i bisognosi presenti nella metropoli statunitense), in cui il resto delle pagine sembra sia stato realizzato dalla mano di Bob Grant, ma la rarità dell'albo non consente di essere più precisi.
    Certamente suoi, invece, sono i disegni per Zirlino, leone pecorino, adattamento, su testi di Frank Reilly, dell'omonimo cortometraggio dell'8 febbraio 1952. Serializzato sulle pagine del Walt Disney's Treasury of Classical Tales, una serie di tavole settimanali che, partita dal luglio 1952, proponeva la riduzione a fumetti di molte avventure ideate per il cinema, vede la collaborazione di Gottfredson anche per il lettering della riduzioni de La bella addormentata nel bosco (dal 3 agosto al 28 dicembre 1958, disegni di Julius Svendsen). Per la riduzione de La carica dei 101 (dal 1º gennaio al 16 marzo 1961) realizza, in pratica le matite di base, che poi verranno utilizzate da Bill Wright prima e Chuck Fuson e Manuel Gonzales poi nella realizzazione definitiva della storia.
    Il 26 novembre 1960, poi, fa il suo esordio Peter Pan's Christmas Story, una storia natalizia la cui striscia introduttiva è opera proprio di Gottfredson. Su testi di Reilly, poi, realizza The Three Little Pigs' Christmas Story (25 novembre-24 dicembre 1963), per passare, poi, l'anno successivo a Cinderella's Christmas Party (23 novembre-24 dicembre) e finire nel 1965 con Bambi's Christmas Adventure (29 novembre-24 dicembre), per la quale realizza il lettering oltre a numerose correzioni dei disegni di Guillermo Cardoso.

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    Gli ultimi anni
    Il 1º ottobre 1975, dopo 45 anni e mezzo di onorato e glorioso servizio, Floyd Gottfredson si accomiata dalla Disney e dal suo amato Topolino ottenendo la meritata pensione: la sua ultima striscia esce il 15 novembre.
    Come già Carl Barks, che però utilizzò soprattutto i colori ad olio, anche Floyd prende in mano, su richiesta del collezionista Malcolm Willits, gli acquerelli e inizia a riproporre alcune scene che sintetizzano le atmosfere di alcune delle sue più grandi storie. Alla fine realizzerà ventiquattro quadri (l'ultimo nel 1983): tra i più belli si ricordano quelli ispirati a Topolino giornalista (1935), Topolino nella casa dei fantasmi (1936), Topolino e il mistero di Macchia Nera (1939). In questi anni, tra l'altro, riprende i rapporti con il disegnatore italiano Luciano Bottaro e con il gruppo di appassionati disneyani di Rapallo, che gli invia un premio in occasione dei cinquant'anni di Topolino.
    Il 22 luglio del 1986, dopo una lunga malattia, Floyd Gottfredson muore, purtroppo, lasciando in ogni appassionato disneyano, e di Topolino soprattutto, un indelebile ricordo, che viene rinnovato ogni volta che vengono lette le sue splendide avventure. Il suo spirito, però, non si è perso del tutto grazie alle splendide storie che ha realizzato il maestro Romano Scarpa e alle recenti avventure scritte da Casty per il settimanale Topolino e splendidamente disegnate da Giorgio Cavazzano e soprattutto Massimo De Vita.

    Al Lewin
    Nel 1966 lo sceneggiatore Alfredo Castelli scrisse una guida dedicata a Topolino in cui affermava che il disegnatore delle strisce giornaliere del topo dal 1940 al 1954 fosse stato un fantomatico Al Lewin. In realtà Castelli, che non sapeva neanche chi fosse Gottfredson, notò che lo stile di disegno era cambiato dal 1940 al 1954 rispetto a prima, e suppose che il disegnatore fosse cambiato e gli affibbiò il nome di Al Lewin (o Al Levin), il nome di un personaggio di un giallo che stava leggendo.
    Molti credettero a Castelli tanto che in molti libri il fantomatico Al Lewin venne presentato come uno dei più importanti autori delle storie del Topo. Poi si scoprì che Al Lewin non era mai esistito e in realtà era Gottfredson. Tuttavia su un recente numero di Topolino (il n. 2468) nell'angolo della posta, a una domanda di un lettore sulle origini di Eta Beta, la redazione commise un errore grossolano attribuendo la creazione del personaggio ad Al Lewin (e non a Gottfredson).

    Fonte: Wikipedia

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